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Husqvarna 701

Husqvarna 701 - 2017

Testo: Filippo Ceccucci

Foto: Archivio Moto Club Umbria

Husqvarna ci ha affidato la sua rinnovata 701 per la prima delle nostre prove “mille chilometri” (in realtà ne abbiamo fatti 1600…) e noi l’abbiamo portata prima sull’Amiata e in Val d’Orcia, poi per un’affascinante discesa della dorsale degli Appennini attraverso Emilia, Romagna, Marche, Umbria e Lazio, poi per tutta l’Umbria, poi per un giro che unisce i laghi Trasimeno, di Bolsena, di Vico e di Bracciano, e infine di nuovo attraverso gli Appennini verso la nostra redazione, in un’enorme varietà di situazioni e condizioni. Il risultato? Ha retto lei assai meglio di noi…

Sono rimasto impressionato, è una moto davvero molto affascinate con la quale ho fatto in pochi giorni 1600 chilometri e alla fine si sono dovuti impegnare non poco per riprendersela indietro e sradicarmi le dita dal manubrio…

Sono parecchi gli aspetti straordinari di questa moto, tanto per cominciare, rispetto alla versione precedente, questa è omologata Euro 4, fatto che in genere comporta un decadimento delle prestazioni, ebbene, neanche per idea: la nuova versione 2017 ha qualcosa come 6 CV di potenza e 3 Nm di coppia in più rispetto alla precedente. Come dire che i tecnici Husqvarna hanno lavorato in maniera egregia.

Be’, 6 CV in più, ma rispetto a cosa? Rispetto ai già stupefacenti 68 che c’erano in precedenza: Questa moto ha qualcosa come 74 CV a 8.000 g/min e 71,0 Nm a 6.750 g/min: cifre francamente incredibili!
Per dare un’idea, 74 cavalli significano che al confronto una 450 da cross è fiacca, e neanche poco!

Sì, va be’, una valanga di cavalli, ma saranno praticamente impossibili da usare… Anche qui, neanche per niente! La 701 ha un’erogazione fluidissima e progressiva che porta quasi a dimenticare la sua potenza fantascientifica. E bisogna stare attenti allora, perché gli alberi ai lati scorrono davvero molto molto in fretta…

Non ci sono diverse mappature (che personalmente non ho mai amato troppo), bensì una sola, ma programmata allo stato dell’arte: dolcissimo e sfruttabile ai bassi, il motore prosegue un imperioso e assolutamente entusiasmante crescendo fino a regimi che non si crederebbero possibili per un grosso (692,7 cm3) monocilindrico. Ecco: il comportamento del motore ricorda moltissimo quello di un bicilindrico (e pure parecchio potente), io una volta sceso sono andato a contarmi i cilindri e vi posso garantire che sono uno solo!

Un motore del genere però chissà quanto consumerà… E anche qui un risultato sbalorditivo: nei 1.599 Km della nostra prova, la 701 è passata da un massimo di 18,7 Km/litro in utilizzo totalmente scriteriato, fino ai 23, con una media attorno ai 21, guidando la moto senza assolutamente limitarsi.

Prima di addentrarci nella prova mi preme sottolineare un altro dato stupefacente: questa moto ha gli intervalli di manutenzione a 10.000 Km, come dire cadenze automobilistiche fino a appena qualche anno fa.

Questo fantastico motore è incastonato in un telaio a traliccio che ricorda parecchio quello delle moto che dominano la Dakar da decenni: una bella garanzia per tenere a bada un simile vulcano.

L’assetto in sella ricorda molto le moto da enduro di qualche anno fa, non solo per l’altezza, ma specialmente per la larghezza della sella e del “serbatoio” (quello vero in realtà è posteriore), specialmente per i convogliatori e le propaggini della sella che arrivano molto avanti. Non è un problema per chi è alto, ma credo possa inibire non poco tutti coloro che vanno dal metro e 75 in giù, e non sono pochi.
Personalmente preferirei un manubrio un po’ più alto, specialmente per la guida in piedi, e se la moto fosse mia adotterei senz’altro dei raiser da un paio di centimetri.
La sella è molto piatta e dura, come su una moto da enduro gara, ha dei cordolini anti scivolo ed è fatta di un materiale plastico che non prevede la classica spugna e una copertina colorata: qui è tutta di un pezzo, senza quindi possibilità di tagli o scoloriture. In condizioni di guida aggressiva, o anche semplicemente molto variata, la sella va benissimo, ma in caso di percorrenze in posizione fissa, come ad esempio in autostrada, dopo neanche tantissimi chilometri la sua durezza si fa sentire, e anche le vibrazioni.

Quello delle vibrazioni è un aspetto piuttosto tipico di questa moto e che si può dire ne designino il carattere: guidando in fuoristrada o su percorsi misti si può quasi dire che non si notino, ma in percorsi stradali e ancor di più autostradali si fanno sentire eccome, fino a intorpidire le mani dopo appena una cinquantina di chilometri. Sembra che la situazione sia già notevolmente migliorata, rispetto alle progenitrici, però in effetti è un po’ limitante. Forse si potrebbe attenuare il problema con dei silent block al manubrio o con l’adozione di manopole in spugna.

Non solo l’assetto, ma anche tutta la ciclistica (ruote, sospensioni e via dicendo) sono degne di una enduro gara, e quindi di qualità molto elevata, di conseguenza questa moto è particolarmente indicata per quanti provengono dall’enduro professionale, per così dire, che pertanto non faranno troppo caso alla sella o alle vibrazioni, ma si faranno irrimediabilmente ammaliare dall’assoluta concretezza della 701.

Quello della concretezza è un carattere fondamentale della moto: c’è (e in che modo!) tutto quello che serve, ma niente di più o ridondante, e questo affascina eccome, anche perché permette alla 701 un peso veramente contenuto di 145 chili che per una moto non specialistica e che deve tenere a bada 74 cavalli sono davvero pochissimi.

Nella guida su strada il divertimento è assoluto, ci si gode ogni metro e, volendo, si va davvero forte. Basta chiederlo ai supersportivi che ci hanno incrociato su un qualche passo appenninico appena scesi da qualche mulattiera e vestiti da fuoristrada di tutto punto: non solo in curva non c’era proprio paragone, grazie all’assetto da cross che permette di dominare perfettamente la moto, ma anche all’apertura del gas ci hanno visto sfuggire come Bip Bip nei confronti di Wyle Coyote (naturalmente su strade chiuse al traffico, ci mancherebbe altro!).

Grazie ai Continental TCK 80 di primo equipaggiamento, su asfalto è tutto una goduria, le perdite di aderenza sono molto progressive e anche sul bagnato la tenuta è più che sicura.

Va da sè che il rovescio della medaglia è che nel fuoristrada vero sarebbero necessari pneumatici più specifici. Intendiamoci, si va dovunque, ma certo il limite della moto rimane lontanissimo.

Lasciando l’asfalto per lo sterrato, una volta adattata la taratura della forcella con qualche click, la 701 dimostra di essere un’autentica imperatrice, figlia del deserto e dei larghi spazi. Il telaio si può descrivere con un solo termine: perfetto.

Ha una rigorosità e una tenuta fantastiche, unite ad una guidabilità eccellente che regala una splendida maneggevolezza che però non è eccessiva, come per ricordare che non si è alla guida di una moto qualsiasi, ma di un’imperatrice.

Non esiste asperità del fuoristrada veloce che possa minimamente impensierire la 701, altro che mettere in crisi: in qualsiasi situazione, anche e soprattutto a velocità che superano di gran lunga il buon senso, il telaio fa il suo lavoro in una maniera, come detto, perfetta.

Nel fuoristrada più impegnativo la 701 va molto bene, con gli unici limiti delle dimensioni e dei pneumatici. Il secondo punto si può facilmente risolvere, il primo purtroppo no: o si è dei bei bestioni, oppure si è un po’ in difficoltà, perché la moto è indubbiamente grande.

Anche le sospensioni sono molto buone, la forcella WP a cartuccia chiusa è progressivamente migliorata nel corso della prova, segno che aveva bisogno di un po’ di rodaggio, ma sente bene le regolazioni ed è perfettamente adatta alla moto, così come il mono anch’esso WP e dotato di leveraggi progressivi veramente ben studiati. L’escursione della ruota è di 275 mm, esattamente adeguata.

Non è da meno l’impianto frenante, forte di due impianti Brembo con dischi da 300 e 240 rispettivamente all’avantreno e al retrotreno e anche l’ABS che saggiamente è totalmente escludibile, come è bene ricordarsi di fare ogni qual volta si abbandoni l’asfalto. Potenza e modulabilità anche nel caso della frenata sono da riferimento e non si riesce proprio anche solo ad immaginare qualcosa di migliore.

Per assecondare ulteriormente la guida, la 701 dispone pure della frizione antisaltellamento. Ho dovuto andare a controllare la scheda tecnica per capirlo: mi era sembrato infatti di avvertire che potesse esserci un controllo di trazione, ma credevo fosse elettronico. In effetti un controllo sulla trasmissione c’è, ma è meccanico e va anche detto che funziona egregiamente.

Abbiamo finora parlato di un utilizzo sportivo, definiamolo così, ma la 701 si adatta perfettamente anche per andare al trotto, grazie ad un’erogazione veramente perfetta dovuta all’iniezione elettronica Kehin dotata di un corpo farfallato da 50 mm e un comando del gas “ride-by-wire” messi a punto in maniera eccellente e coadiuvati da un risuonatore di aspirazione che è stato adottato proprio per rendere più dolce e fluida la prima parte dell’erogazione. Il bello è che si può certamente andare a spasso, ma per scatenare il motore basta girare il comando del gas e niente di più, se non ricordarsi ogni tanto di mettere la ruota anteriore per terra…

Si è già accennato che il serbatoio non è nella sua posizione consueta, ma è invece praticamente il telaietto posteriore, cioè una struttura in materiale plastico che sostiene anche la sella e contiene 13 litri di benzina, che grazie al consumo contenuto permette un’autonomia di tutto rispetto e la spia della riserva che si accende quando ci sono ancora 2,5 litri, come dire circa una cinquantina di Km. Ci sono moto che poco ci manca 50 Km ce li hanno come autonomia totale…

La posizione centrale-posteriore del serbatoio permette di avvertire quasi per niente la differenza tra quando è pieno e quando è vuoto, e questo è un altro vantaggio non da poco.

Non mi è invece molto piaciuto il tappo del rifornimento in alto, dietro la sella: a parer mio se fosse stato laterale avrebbe permesso il montaggio di un po’ di bagaglio, per il quale va detto che non è nemmeno previsto il minimo appiglio per una cinghia o rete elastica. Una piccola macchia, non certo sufficiente a rovinare un quadro d’insieme eccellente. Va anche detto che è previsto un piccolo portapacchi, però come optional.

Già che accenniamo ai difetti, ma forse si possono più che altro definire caratteristiche, c’è l’assenza di un minimo riparo aerodinamico: probabilmente la Husqvarna ha già in programma una versione “Rally” dotata di cupolino che risolva la mancanza. Per ora è però difficile andare a lungo in autostrada oltre i 120 Km/h costanti (meglio ancora 110): forse sarà per qualche accordo per non superare i limiti di legge, dato che anche le vibrazioni in quelle situazioni sconsigliano questo uso, o forse sarà per ricordare che il regno della 701 non è certamente l’autostrada, ma tutto il resto del mondo terrestre, quasi letteralmente: tutto il resto del pianeta emerso dagli oceani!

Sempre tra le caratteristiche nel senso sopra riportato c’è la strumentazione, che è la stessa delle Husqvarna da enduro gara ed è quindi un po’ all’osso. A me francamente sta benissimo così, ma forse qualcuno potrebbe desiderare qualcosa di un po’ più specifico, articolato e appagante.

Manca anche il pulsante del lampeggio, ma a questo punto si stanno davvero facendo le pulci!

Ricapitolando, la Husqvarna 701 è una belva meravigliosa e dotata di un carattere prorompente da imperatrice, non si fa domare da chiunque e non è certo una moto per andare a spasso in città (dove nelle giornate calde scalda le caviglie da matti, ai limiti dell’ustione), ma è anzi una meravigliosa conquistatrice di tutto quanto c’è oltre, spinta da un motore del quale è impossibile non innamorarsi e di un telaio magnifico che ne è il degno compagno.

Cavolo, non mi fate ripensare che mi è toccato ridargliela…